Apocalisse, un concetto, una premonizione, un'idea. I media, la letteratura, il cinema, i videogiochi, in qualsiasi campo l'apocalisse è sempre più presente in questi ultimi anni, diventando quasi un genere. Qui si possono scambiare idee, condividere opinioni per fare in modo che l'apocalisse resti soltanto un modo di raccontare. Sullo sfondo dei problemi che attanagliano la vita di tutti i giorni, una raccolta di storie di genere post-apocalittico: le Cronache.

lunedì 19 novembre 2012

Io non vi voto: sfida alla politica fossile



Le proteste di Greenpeace per un futuro energetico pulito continuano senza sosta, e questa volta direttamente contro il governo italiano. O meglio, contro i rappresentanti di popolo, i politici che sempre più si criticano tra di loro, offendendosi quasi fosse un gioco per bambini. Si pongono domande, si danno delle risposte non troppo convincenti e promettono. Ora Greenpeace li invita a rendere conto al popolo di una questione che dovrebbe essere equamente importante come tante altre: l'impiego di fonti rinnovabili per la produzione di energia. Chiudere quindi il capitolo del carbone e del petrolio che, afferma Greenpeace, causano 570 morti premature l'anno e ben oltre i 2,6 miliardi di danni (l'Enel è responsabile del 70% di questi dati).
Cosa c'entra la politica? Facile a dirsi, quando Enel realizza un nuovo impianto a carbone nel pieno del Parco del Delta del Po, con la firma del governo Berlusconi e quella di una giunta regionale della Lega Nord.
Oppure, all'altro lato della schema politico, ci sono le due centrali di Brindisi di cui la prima, a Brindisi Nord, risale agli anni '60 e non è di certo efficiente e pulita, mentre la seconda, Brindisi Sud, è stimata come l'impianto industriale più inquinante d'Italia.
L'ultimo chiodo va appuntato sul governo di tecnici, che acconsente alla creazione di una nuova centrale a carbone in Calabria.
Dal carbone si passa all'oro nero, quello liquido.
Infatti, nel Mar Mediterraneo, prosegue la ricerca alle ultime gocce di petrolio. Quanto ce n'è di questo petrolio? Secondo le stime del ministero dello sviluppo economico circa 10 milioni di tonnellate, l'equivalente di sette settimane di consumo nazionale. Sette settimane, con 15 miliardi di euro di investimenti.
Le stesse somme, investite nell'ambito delle fonti rinnovabili, potrebbe dare vita a circa 200.000 posti di lavoro, per un mercato che non è effimero quanto quello del petrolio.
Ora Greenpeace lancia una petizione online, chiunque può mettere il suo nome e mandare il suo reclamo ai nostri politici, qui il link:

Greenpeace: Io Non Vi Voto

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