Apocalisse, un concetto, una premonizione, un'idea. I media, la letteratura, il cinema, i videogiochi, in qualsiasi campo l'apocalisse è sempre più presente in questi ultimi anni, diventando quasi un genere. Qui si possono scambiare idee, condividere opinioni per fare in modo che l'apocalisse resti soltanto un modo di raccontare. Sullo sfondo dei problemi che attanagliano la vita di tutti i giorni, una raccolta di storie di genere post-apocalittico: le Cronache.

sabato 3 novembre 2012

Ecosia, un sistema che funziona?




Ecosia nasce nel 2009 con l'idea di realizzare un motore di ricerca "verde" ed ecologico. Fondato su una partnership con Bing, Yahoo e Wwf, Ecosia dichiara di cedere l'80% dei proventi per finanziare un progetto di protezione della foresta pluviale nel Juruena National Park in Amazzonia. Funziona così: ogni volta che un utente effettua una ricerca tramite Ecosia.org e clicca sui link sponsorizzati, vengono salvati mediamente due metri quadrati di foresta pluviale. Inoltre Ecosia dichiara di usare energia pulita per le proprie attività, a differenza dei concorrenti (in particolare Google). Questa dichiarazione può essere smentita dalle decine di milioni che Google ha stanziato per l'acquisto di server più "parsimoniosi" per quanto riguarda i consumi. Nonostante il numero uno delle ricerche in rete, Google, non si presenti come il motore di ricerca ecologico per eccellenza, il suo impegno non può essere messo in dubbio.
Altrettanto non si può dire proprio di Ecosia, che definisce i suoi server tra i "più verdi" che esistano. Questo crea qualche dubbio, considerato che i server con cui Ecosia effettua le ricerche appartengono a Bing e Yahoo. Proprio quest'ultimo promette di abbattere le emissioni di CO2 del 40% entro il 2014, costruendo un centro dati che venga alimentato al 90% con l'energia idro-elettrica delle cascate del Niagara.
Anche se il progetto di Ecosia sembra avere fini nobili, parecchi dubbi nascono sul come le foreste vengano salvate. Il collegamento tra i link sponsorizzati e i due metri quadrati di foresta sono vaghi e illogici, sicuramente un po' di chiarimento da parte di Ecosia porterebbe più fiducia nei loro confronti.
Tuttavia, sul sito si dichiara di aver raggiunto la cifra tutt'altro che modesta di 125.000 euro in un anno di attività, sommando lentamente i pochi centesimi che i link sponsorizzati concedono al motore di ricerca.
Per smentire ogni critica o giudizio mal riposto, Ecosia pubblica le ricevute dei suoi pagamenti e delle sue attività ogni mese. Lo stesso sito del Wwf annuncia quanto sia utile il contributo a basse emissioni di Ecosia per salvare l'ambiente in pericolo della foresta pluviale, ma tutto ciò che se ne trae sono solo una manciata di numeri quasi sparati alla rinfusa (come l'ormai celebre confronto con i campi da calcio).
Alla conclusione dei fatti, l'idea sembrerebbe davvero un piccolo passo alla portata di tutti, anche se il mondo non verrà certo salvato da un click, ma certamente una spiegazione più dettagliata da parte di Ecosia, che non sia la descrizione della foresta amazzonica e del suo valore per la terra, sarebbe più gradita.



Nessun commento:

Posta un commento